giovedì 27 ottobre 2011

Sforzo comune per far risalire il sommerso

di Michele Tronconi - Presidente di Sistema Moda Italia

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ragione. È stata una «sciagura inaccettabile» quella di Barletta: la recente tragedia in cui cinque donne hanno perso la vita a causa del crollo di una casa fatiscente che ospitava un laboratorio di maglieria. Un disastro annunciato per i mancati controlli sulla stabilità dell’edificio, reso più amaro dalle precarie condizioni di lavoro delle vittime. Si tratta di una situazione che ha sicuramente precise responsabilità individuali e che, come tali, andranno perseguite. Ma che dipende anche da responsabilità più generali, di sistema, che non possono essere ignorate.

La crisi sta dilatando quella parte dell’economia che riesce a sopravvivere solo nel sommerso grazie all’evasione fiscale, al mancato rispetto dei contratti nazionali di lavoro e delle regole a tutela della sicurezza sul lavoro. Sbaglieremmo, però, a pensare che tutto ciò sia il risultato solo dell’avidità di qualche imprenditore senza scrupoli. Molto spesso si tratta di situazioni dettate dalla necessità del primum vivere. Qualcosa che non si può giustificare, vista la fatica dei molti che continuano a operare alla luce del sole, ma che non può risolversi in un lancio di pietre che ha il sapore di manicheismo. E che, per giunta, finisce per lasciare tutto come prima. Le disgrazie, perché di questo si tratta, mettono in luce i passi falsi, ma ancor di più i passi non fatti, i peccati di omissione; soprattutto quelli che si declinano al plurale.
In questo momento c’è l’assenza colpevole di una maggiore attenzione al lavoro nell’industria manifatturiera, che lascia scivolare troppe vicende imprenditoriali e occupazionali nella residualità e, quindi, nel sommerso. Non si tratta di fare processi ma di praticare una maggiore coerenza tra le mete di civiltà e di crescita economica che tutti condividiamo, a parole, e i mezzi messi in campo per realizzarli.
Se ne esce solo con una rinnovata collaborazione tra pubblico e privato, tra Stato e mercato, dove ognuno faccia con responsabilità la sua parte. Non si tratta di una panacea per evitare il ripetersi di sciagure come quella di Barletta, ma di uno sforzo comune teso ad alimentare un clima di fiducia e di ottimismo che ora vacilla più di quel maledetto edificio fatiscente.

Da: Avvenire 6 ottobre 2011

Le Summer School 2011

Mercoledì 7 settembre, presso l’aula Ossola dell’università Carlo Cattaneo – LIUC, si è svolta la conferenza stampa relativa alle Summer School negli Usa e in Cina: conferenza stampa, questa, a cui han partecipato il rettore Prof. Taroni, alcuni docenti e gli studenti che hanno vissuto questa esperienza durante la scorsa estate.

In un primo momento il rettore ha preso la parola, sottolineando come la LIUC abbia a cuore i progetti di internazionalizzazione. A dimostrazione di ciò, un dato assai rilevante: nell’anno accademico 2009/2010 almeno il 30% degli studenti (percentuale ben al di sopra della media italiana, pari al 8%) ha partecipato ad esperienze internazionali. Ciò non basta: obiettivo che ci si propone (rimarcando così l’importanza di tali programmi) è l’aumento, fino al 50%, di studenti in mobilità internazionale.

Tuttavia, punto centrale della conferenza stampa è stato lo spazio riservato al racconto degli studenti e dei docenti accompagnatori delle Summer School.

I primi a parlare sono stati i ragazzi che si sono recati negli Stati Uniti, presso l’Arizona State University a Phoenix, Arizona. Durante il soggiorno, non solo hanno avuto l’occasione di sperimentare la vita-tipo all’interno di un’università americana (fervente di attività, nonostante fosse fine luglio), partecipando, tra l’altro, a business game, ma hanno avuto modo, da un lato, di visitare aziende locali e, dall’altro, di viaggiare sulla West Coast, vedendone le principali città e siti (Grand Canyon, Los Angeles, Las Vegas etc.).

Non meno interessante è stata la Summer School a Shanghai, in Cina. Lì gli studenti hanno innanzitutto frequentato corsi alla Fundun University; ma particolarmente significativo è stato il loro incontro con la contraddittoria realtà cinese, da un lato ispirata ai modelli occidentali più avanzati e dall’altro molto attaccata alle tradizioni.

In conclusione, non solo viaggi di studio, ma anche “viaggi di vita”, capaci di formare, a tutto tondo, coloro che vi hanno partecipato. E, dati l’importanza e il successo riscosso, per l’anno 2012 sono stati previsti altri due nuovi progetti: la Spring School in India e la Summer School in Russia, a San Pietroburgo.

Giulia Valacca e Paolo Valacca

Rotaract Club Busto-Gallarate-Legnano “La Malpensa”